“La Rabatana, crocevia della religione cristiana e islamica” è il titolo dato alla scheda presentata dal Comune di Tursi nell’ambito del progetto regionale di catalogazione del patrimonio culturale materiale ed immateriale predisposto dalla Regione Basilicata finalizzata ad una prima ricognizione volta alla costituzione di un elenco del patrimonio culturale della Basilicata anche ai fini dell'aggiornamento della legge regionale in materia di beni e attività culturali. L'obiettivo della Regione Basilicata è quello di essere in grado, nella nuova programmazione PO FESR 2014/2020, di trasformare spazi e luoghi recuperati in luoghi vivi di produzione culturale e di creatività, generanti occasioni di sviluppo a scala locale in termini di nuove attività economiche connesse alla gestione dei beni culturali, occasioni di lavoro e possibilità di reddito. Su queste basi il Comune di Tursi ha avviato un articolato programma di costruzione di un nuovo sistema di gestione che sia a disposizione del territorio tursitano e lucano conosciuto come “Basìraba” il progetto per le rabatane lucane. Il sistema che si intende realizzare attraverso questo progetto si fonda sulla connessione di competenze disponibili sia nel pubblico che nel privato mettendo a disposizione una serie di servizi di tipo tecnico e scientifico che siano in grado di garantire tutte le necessarie attività per una gestione diretta dei patrimoni culturali, ambientali e paesaggistici sia pubblici che privati. Il progetto si basa sul programma del Comune di Tursi definito all’interno delle Delibere del Consiglio Comunale del 10 dicembre 2013 e del 14 novembre 2014. L’intero programma ha una sua prima manifestazione nel progetto di recupero e valorizzazione dell’antico centro storico della Rabatana di Tursi, un nucleo urbano di origine araba costruito intorno alle prime strutture militari e religiose identificate come i “Ribat” di difesa del territorio tra i fiumi Agri e Sinni, che dalle foci con il mare collegavano le parti interne della Basilicata. Si tratta di costruzioni che dopo il loro uso militare e religioso si sono trasformate in università per il culto islamico e poi inglobate in nuove strutture religiose cristiane, come luoghi di sepoltura, conventi e monasteri, e civili, come palazzi pubblici e nobiliari. L’obiettivo del progetto è quello di conoscere la storia e i racconti legati al lungo periodo che parte dalle prime invasioni arabe dell’VIII e IX secolo fino all’urbanizzazione di una città strettamente legata alle famiglie Doria, nel XVI secolo, e Doria Pamphili Landi, a partire dagli inizi del XVII secolo. Dalla conoscenza della storia del territorio della Rabatana sarà possibile elaborare il complesso studio per il suo recupero quale elemento fondante di un nuovo modello di sviluppo economico basato sull’utilizzo del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico quale eccezionale occasione di riscatto sociale di una popolazione antica e depositaria di una tradizione di grande interesse culturale. La complessità del recupero di questo antico centro urbano è legato alle caratteristiche geologiche e morfologiche del territorio naturale costituito dall’accumulo di una grande quantità di sabbia, oggi conosciuta come la “Sabbia di Tursi”. Questo materiale ha modellato il territorio e ha permesso l’utilizzo di caverne interne dal periodo preistorico fino ad oggi, passando attraverso la realizzazione di luoghi di culto cristiano legati al trasferimento di intere colonie di credenti sfuggiti alle persecuzioni del periodo iconoclasta bizantino. La stabilizzazione di questo strato di sabbia rappresenta una grande sfida tecnica e scientifica alla quale parteciperanno ricercatori e tecnici delle principali università per individuare le migliori soluzioni per rendere compatibili le esigenze della tutela del patrimonio con quelle del mercato e dell’industria del turismo che rappresenterà per la Basilicata il principale elemento di sviluppo a partire dal 2019. L’ambizioso progetto dell’Amministrazione comunale di Tursi per il recupero, la valorizzazione, la protezione e la conservazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico del territorio tursitano, prevede lo sviluppo di un modello integrato di gestione che potrà permettere il progresso sociale ed economico con l‘obiettivo di trasferire alle future generazioni tutto il patrimonio materiale ed immateriale sia di proprietà pubblica che privata che connota la storia, la cultura e il paesaggio di questo territorio.